Luca Gandolfi

Dottore in Scienze Politiche

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Capitolo 12
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CONCLUSIONI

 

Siamo finalmente giunti al termine di questo imponente lavoro ed è quindi il momento di tirare le fila del discorso.

Nell'introduzione abbiamo esordito dicendo che uno tra gli scopi più importanti che ci prefiggevamo era quello di riuscire a riaccendere l'interesse per la democrazia diretta, sia nel mondo accademico, che, in seguito, nella società civile e tra le persone comuni. E' sicuramente troppo presto per valutare se questo obiettivo sia stato raggiunto; rimane comunque la consapevolezza, e quindi la soddisfazione, di aver posto una importante pietra in un muro che era già stato eretto nel passato, ma che per troppo tempo era rimasto sempre alla stessa altezza, perdendo anche qualche pezzo. E' giunto il momento di ricominciare a prenderci cura di questo muro e di posare su di esso nuove pietre, più resistenti, che gli consentano di salire sempre più in alto.

Uscendo dalla metafora, possiamo affermare, con la tranquillità di chi sa di non poter essere smentito, che il modello completo di democrazia diretta ideato e composto in questa sede può effettivamente rappresentare un importante passo verso questa direzione. Un passo assolutamente necessario per ridare nuova linfa vitale alla democrazia diretta, porla al passo con i tempi moderni e con le società complesse a noi contemporanee; un modo per ragionare su di essa, sui suoi valori, sui suoi strumenti tradizionali e su quelli che le moderne tecnologie della comunicazione interattiva consentono di utilizzare.

Si è trattato di un lavoro assai complesso che ha richiesto anche un'ampia e impegnativa fase introduttiva al tema - la Prima Parte di questa tesi -, proprio a causa del fatto che da troppo tempo ormai non si sentiva parlare di democrazia diretta, quanto meno in un senso così pieno come viene fatto nel nostro studio, ed era quindi necessario ricostruire delle fondamenta solide sulle quali ergere poi la nostra costruzione.

Prima di tutto è stato quindi assolutamente indispensabile chiarire fino in fondo quale fosse la definizione della democrazia in generale e della democrazia diretta in particolare, specificando anche quali fossero i valori fondamentali alla loro base, quali le caratteristiche e gli strumenti principali; in seguito, abbiamo ritenuto opportuno distinguere e delimitare con precisione gli ambiti di alcune correnti di pensiero o ideologiche che spesso vengono confuse o addirittura identificate con la democrazia diretta. Abbiamo cercato di tenere conto degli errori fatti in passato da altri autori nel costruire modelli prevalentemente teorici o incompleti; delle resistenze che si sono manifestate al momento dei tentativi di attuazione; e degli inconvenienti incontrati durante la loro più o meno breve vita. La prima parte di questa tesi si è conclusa con la nostra inevitabile risposta alle problematiche e alle critiche che più spesso vengono rivolte alla democrazia diretta, critiche che, in molti casi, si sono ritorte contro gli stessi sistemi basati sulla rappresentanza democratica; o problemi che, comunque, non si sono rivelati completamente privi di soluzione.

Tutto ciò ha costituito per noi un'importante lezione e ci ha indotto a prestare una particolare attenzione in tutte le fasi di costruzione del nostro modello e per tutte le sue componenti, un'attenzione assolutamente indispensabile per chi, come noi, ha la pretesa o forse, più modestamente, la speranza di vedere che il proprio modello costruito sulla carta diventi una reale possibilità da applicare nella pratica.

Grazie al nostro modello la democrazia diretta può finalmente venire considerata una alternativa valida e praticabile per il futuro; una speranza di riscoprire la vera democrazia, quella che alla forma unisce anche la sostanza; un sogno che tanti uomini nel passato avevano sperato di realizzare, ma che le circostanze particolari avevano fatto fallire in più di una occasione. La speranza rinasce, il sogno si avvicina di nuovo alla realtà grazie all'attenzione che è stata posta nella creazione di questo nostro modello completo di democrazia diretta e nell'assemblaggio delle varie parti che lo compongono, al fine di integrarle perfettamente tra loro e creare così una nuova armonia con cui gestire in piena democrazia le società del futuro.

Un modello costruito e ideato apposta per cercare di dare una risposta a gran parte delle esigenze che i tempi a noi contemporanei ci impongono: dalla voglia di una maggiore partecipazione attiva alla vita politica e di maggiore efficacia del proprio voto, alla richiesta di maggiore efficienza dello Stato, fino al problema mondiale - di carattere economico, ma con enormi ripercussioni sociali e psicologiche - della disoccupazione, senza dimenticare questioni fondamentali come l'educazione, la cultura, la comunicazione massmediale e i rapporti tra maggioranze e minoranze.

Le soluzioni adottate nel nostro modello completo di democrazia diretta per cercare di risolvere alcuni di questi problemi, in verità, non sempre sono delle complete novità; spesso ci siamo rivolti al mondo intellettuale e accademico, sia del passato che del presente, per trovare delle valide risposte ai quesiti che la società moderna ci poneva, magari apportando alcune modifiche ritenute necessarie. Ciò che emerge è comunque un modello armonioso in cui le varie parti si integrano in un insieme del tutto originale, capace di far convivere al suo interno un modello politico-istituzionale interamente basato sugli strumenti della democrazia diretta, grazie soprattutto alle enormi possibilità offerte in questo senso dalle moderne tecnologie della comunicazione multimediale e interattiva, con le proposte, in qualche modo rivoluzionarie, di Aznar e Gorz per quanto concerne il mondo economico e del lavoro; in grado anche di integrare perfettamente queste innovazioni con quelle di una radicale riforma del mondo dell'educazione, sia formale che informale, in parte ispirate ad alcune delle idee di Illich, proponendo così anche una rivoluzione culturale da attuarsi in tempi abbastanza lunghi; ponendosi infine il problema di come riuscire ad arrivare a realizzare nella pratica tutto ciò.

Il nostro modello completo di democrazia diretta cerca di riformare o, in alcuni casi, rivoluzionare alcuni dei settori più importanti e fondamentali delle società moderne, proponendo per ciascuno di essi delle modifiche sostanziali della loro struttura e, a volte, della loro morale, in modo tale da porre in essere un nuovo sistema-società completamente armonico al suo interno e coerente con i principi alla base della democrazia diretta, fondata, principalmente, su un ruolo più attivo e partecipativo dei cittadini. Una rivoluzione totale che qualsiasi società dovrà affrontare nel momento in cui vorrà prendere in considerazione il nostro modello, una rivoluzione non necessariamente violenta che, dopo un inevitabile periodo di transizione e di adattamento, dovrebbe portare, ne siamo assolutamente convinti, a un miglioramento della qualità della vita per tutti - o quasi - i cittadini e per la società nel suo insieme.

E' nel preciso intento di compiere questa rivoluzione totale e dare così vita a un sistema-società completamente armonico che si è incominciato a discutere sulla necessità di cambiare o, addirittura, eliminare alcune delle istituzioni che fino ad oggi sono state considerate fondamentali nelle democrazie rappresentative. Il nostro modello completo di democrazia diretta non poteva esimersi dal proclamare l'inutilità dei partiti politici e l'abolizione di una istituzione indispensabile per la rappresentanza come è il Parlamento, ma entrambi assolutamente inutili in un sistema che si regge completamente sugli strumenti della democrazia diretta. Continua, invece, ad essere necessaria la presenza dei sindacati, sebbene anche per essi si rende indispensabile una profonda riorganizzazione interna e alcuni mutamenti di compiti. Inevitabile sembra anche il mutamento dei ruoli di molti altri tipi di organizzazioni presenti nelle società moderne, soprattutto in vista dell'uso sempre più frequente dei referendum per decidere le varie questioni che la vita politica di ogni paese pone all'interno dell'agenda.

Il nostro modello prevede anche una nuova e rivoluzionaria struttura dello Stato, mutando profondamente i meccanismi alla base del processo decisionale, nel quale i cittadini svolgeranno un ruolo sempre più importante, fondamentale e diretto, portando all'eliminazione di ogni genere di rappresentanza. Il Governo assumerà a pieno il suo ruolo di mero esecutore della volontà dei cittadini espressa direttamente grazie agli strumenti, vecchi e nuovi, della democrazia diretta. La Pubblica Amministrazione verrà sottoposta a un necessario processo di modernizzazione puntato verso l'obiettivo di ottenere una maggiore efficienza, anche attraverso una maggiore e più chiara suddivisione dei compiti e attribuzione delle responsabilità. Una struttura dello Stato che nel suo insieme dovrà evidenziare una perfetta suddivisione dei poteri e dei compiti, divenendo in questo modo un utile ed efficace strumento a disposizione dei cittadini per realizzare nel più breve tempo possibile la loro volontà espressa direttamente.

Organizzare una nuova struttura dello Stato è un passo necessario, ma non può essere l'unico; è altrettanto indispensabile organizzare la società in tutti i suoi aspetti e settori per armonizzarla il più possibile col nuovo sistema politico-istituzionale posto in essere, evitando così che sorgano delle incoerenze e dei contrasti drammatici tra il nuovo sistema politico e la società in generale. Per questa ragione abbiamo ragionato su quali riforme si sarebbero rese necessarie una volta introdotta la democrazia diretta e tali riflessioni ci hanno portato a riorganizzare completamente la società.

La storia ci ha insegnato a più riprese che un posto di primo piano spetta al mondo dell'economia e agli interessi che vi stanno dietro, ed è per questo che ci siamo preoccupati di riformare in modo sostanziale sia la morale dell'economia, che la forma della proprietà delle imprese, oltre a una profonda riorganizzazione del mondo del lavoro seguendo le indicazione forniteci da studiosi del calibro di Aznar e Gorz a proposito della necessaria drastica riduzione degli orari di lavoro e della loro riorganizzazione in turni, seguendo la nota massima: "lavorare meno per lavorare tutti". Tutte queste riforme nel mondo dell'economia si sono inserite perfettamente nel quadro di insieme determinato dalla democrazia diretta, rispondendo anche ad alcune esigenze come la maggiore disponibilità di tempo necessaria per dedicarsi alla vita politica partecipativa, ma soddisfando anche il bisogno di ogni essere umano di avere più tempo da dedicare a sé stesso, alla sua formazione culturale e professionale, e alla propria famiglia.

L'economia, sebbene importante, non è l'unico aspetto da tenere in considerazione, altrettanto essenziale è impostare in modo corretto e coerente col sistema un processo educativo, sia formale che informale, capace di far crescere e maturare i futuri cittadini di questa nuova società. Una rivoluzione culturale che parte dalla parziale riorganizzazione del percorso scolastico, comprese alcune riforme innovative in grado di cambiare il modo di intendere e di vivere gli studi universitari. Una crescita culturale della popolazione che si attua anche attraverso una migliore qualità dell'informazione fornita dai massmedia, soprattutto grazie alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie di comunicazione multimediale e interattiva, la cui diffusione deve venire favorita.

Il sistema nel suo insieme appare sempre più amalgamato e armonico, ogni sua parte risponde alle esigenze di altre sue componenti e, insieme, riesce a dare vita a un modello completo di democrazia diretta che, fino a prova contraria, sembra perfetto. Anche i modelli teorici perfetti possono, tuttavia, incontrare delle difficoltà e delle resistenze nel momento in cui chiedono di venire attuati. Per questa ragione ci siamo preoccupati di individuare tutti i possibili attori che, all'interno delle nostre società, potrebbero avere qualche interesse per opporsi a questo progetto ambizioso di riforma totale, cercando, allo stesso tempo, di capire quali strategie essi potrebbero adottare, per limitarne l'efficacia e raggiungere così il nostro scopo: la realizzazione pratica del nostro modello di democrazia diretta. Anche questo è stato un passo necessario per evitare l'errore, commesso da altri in passato, di non porre la necessaria attenzione alla fase realizzativa del proprio progetto teorico, una mancanza che troppo spesso si è rivelata fatale per il pieno successo di molti validi modelli.

Dopo questo lungo percorso di ricerca e di creazione intellettuale siamo giunti finalmente al termine. Un lavoro nel suo insieme complesso e impegnativo, ma che per la sua originalità e per le prospettive che apre sul futuro delle società mondiali - se queste avranno la capacità di pensare e accettare il nuovo - ha lasciato una grande soddisfazione in chi l'ha svolto, convinto come è che non rimarrà una singola pietra gettata in uno stagno, ma smuoverà le acque di interi mari.

 

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