Febbraio 2008

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di Luca Gandolfi

[Articolo del 19-02.2008]

Smaltimento dei rifiuti: il CNR propone "Thor". Ma è una novità?

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha messo a punto un nuovo sistema per il riciclaggio dei rifiuti. 

È veramente nuovo? Il consigliere Gandolfi lo chiede ad un’esperta

Alcuni cittadini mi hanno segnalato che all’inizio di gennaio sul sito del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) era apparso un articolo che annunciava il lancio di un sistema innovativo per il riciclaggio dei rifiuti dal nome altisonante: “Thor” (Total House Waste Recycling - riciclaggio completo dei rifiuti domestici). Un sistema sviluppato dallo stesso CNR insieme alla Società ASSING S.p.A. di Roma, che – come viene spiegato in quell’articolo – “permette di recuperare e raffinare tutti i rifiuti e trasformarli in materiali da riutilizzare e in combustibile dall’elevato potere calorico, senza passare per i cassonetti separati della raccolta differenziata.”

In quello stesso articolo del 07/01/2008 pubblicato sul sito del CNR (www.cnr.it) si dicono meraviglie di questo Thor, tanto che alla fine della lettura ci si ritrova entusiasti e quasi stupiti che nessuno lo abbia mai adottato prima in larga scala.

Proseguendo poi nelle ricerche su internet riguardanti “Thor” ho trovato anche un video di un servizio fatto dal telegiornale de La7 (www.la7.it) risalente al 31.01.2008. Il servizio mostra come lavora questo macchinario che in via sperimentale è stato provato in Sicilia. La voce in sottofondo, illustrando le capacità e le caratteristiche di questo metodo, non fa che riprendere quanto già era scritto nell’articolo pubblicato su internet dal CNR, scritto molto probabilmente dal ricercatore Paolo Plescia dell’ISMN-CNR (Istituto di Studi sui Materiali Nanostrutturati del CNR) che è anche l’inventore di “Thor”. 

Tutto meraviglioso a leggere quell’articolo scritto dall’inventore di “Thor”. Visto che in calce all’articolo c’era anche l’e-mail di Plescia per eventuali contatti e chiarimenti, gli ho inviato una mail ponendogli alcune domande, ma per ora non ho ricevuto nessuna risposta.

Incuriosito e desideroso di sentire più di una voce sulla materia (e non solo da quelle che riprendono pedissequamente dall’articolo scritto dall’inventore di Thor), ho contattato un’esperta di mia fiducia per chiederle un’opinione su questa importante innovazione nel settore dello smaltimento dei rifiuti.

Ho così posto due semplici domande all’arch. Paola Villani, già consulente per APAT (Agenzia Nazionale Protezione dell’Ambiente e servizi Tecnici), già consulente per il Ministero dell'Ambiente per le politiche di mobilità sostenibile, già rappresentante ANCI presso la C.N.E.I.A. (Commissione Nazionale per l’Emergenza Inquinamento Atmosferico) presso il Ministero dell'Ambiente e il Ministero delle Attività Produttive.

Domanda 1: Il sistema "Thor" può essere una valida alternativa agli inceneritori? Quali i pregi e quali i problemi?

“Il sistema Thor (Total House Waste Recycling - riciclaggio completo dei rifiuti domestici) è piuttosto datato: fu presentato la prima volta da Plescia a Ricicla 2003, ma era in fase di studio già nel 1999. La meccano-raffinazione dei rifiuti è già utilizzata da anni.  Ogni processo consuma energia quindi l'idea di triturare rifiuti per ottenere una polvere che può essere utilizzata come combustibile è paradossale. Tanto vale bruciare i rifiuti (termovalorizzarli) senza triturarli e ottenere energia immediatamente spendibile.

Non è chiarissimo come sia "mobile" un impianto che occupa 300 mq per trattare 4 tonnellate di rifiuti all'ora.

La riduzione dei rifiuti in particelle infinitesimali (dimensioni inferiori a dieci millesimi di millimetro) non deve essere in alcun modo sostenuta poiché trattasi di PM10 o PM2,5.”

Domanda 2: Qual è il miglior modo per smaltire le enormi quantità di rifiuti prodotti da grandi città come Milano?

“Smaltire è la parola sbagliata. Primo: occorre iniziare a "ridurre i rifiuti" come si fa a Torino ove è possibile acquistare detersivi "alla spina" e consumare meno plastica riutilizzando più volte il flacone originale. Si risparmia anche nella fase di trasporto poiché si riducono i camion in circolazione. Secondo: occorre puntare decisamente sulla raccolta differenziata separando maggiormente i rifiuti.  Affermano di poter produrre biodiesel dai rifiuti pre-trattati con il sistema Thor e sottoposti poi a successiva pirolisi (che avviene a circa 500°C): uno studio del 53° Congresso nazionale dell'Associazione termotecnica Italiana già nel 1998 aveva citato la possibilità di ottenere gasolio sintetico da questo processo, ma molti ritengono il sistema poco conveniente.”

La risposta di questa esperta che conosciamo da tempo per la qualità del lavoro che compie, invita quantomeno ad avere maggiore prudenza e a frenare i facili entusiasmi nei confronti del metodo “Thor” che pare non sia poi così nuovo (a parte il nome) come il CNR, dopo l’emergenza rifiuti della Campania, sta tentando di farci credere.

Luca Gandolfi

Consigliere di Zona 5

Di Pietro Italia dei Valori 

info@lucagandolfi.it

www.lucagandolfi.it

 

 

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