Gennaio 2002

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di Luca Gandolfi

Politica e efficienza

CREDERE NEL DECENTRAMENTO

Il futuro è nel decentramento cittadino, ma a Palazzo Marino non lo capiscono o non lo vogliono capire

POLITICA E EFFICIENZA - La politica sembra fare fatica ad adattarsi ai nuovi tempi di vita della nostra società e alle sempre maggiori esigenze di tempestività e di efficienza che da essa derivano. Troppe volte abbiamo sentito i cittadini lamentarsi che i tempi della politica sono "eterni" e certo non gli si può dare torto. È giunto quindi il momento di fare una riflessione seria per capire se e come sia possibile rendere la politica più efficiente.

Per fare in modo che le varie problematiche vengano risolte tempestivamente in modo efficace è necessario individuare le carenze o i difetti presenti in entrambe le componenti del decision making: quella prettamente politica, legata alla prima fase, in cui si discute e si prendono le decisioni; e quella amministrativa a cui spetta la seconda fase, detta implementazione, in cui si da esecuzione pratica alle decisioni prese dalla componente politica.

In generale, per quanto concerne la componente amministrativa gli elementi fondamentali affinché essa possa operare in modo efficiente sono: a) gli strumenti e/o le risorse; b) le strutture; c) l'organico.

Per quanto riguarda invece la componente prettamente politica il discorso è un po' più complicato, perché in realtà molto dipende dal livello istituzionale in cui ci si trova ad operare e dalla capacità dei partiti, ma anche degli individui che li compongono, di comprendere al meglio le esigenze dei cittadini e della società in cui essi vivono, ottimizzando gli strumenti a disposizione del livello politico in cui si trovano. Insomma, è abbastanza ovvio che le questioni di cui si deve occupare un parlamentare sono assai diverse da quelle di chi siede sui banchi di un consiglio comunale; così pure il potere decisionale e le competenze - gli strumenti - sono (o dovrebbero essere) commisurati alle responsabilità politiche del livello in cui ci si trova ad operare.

Purtroppo, nella realtà, la politica tende ad appiattirsi e i rappresentanti politici ai vari livelli istituzionali a confondersi tra loro.

 

DECENTRAMENTO A MILANO - Passiamo ora ad una analisi dei problemi che si riscontrano al livello istituzionale relativo alle zone in cui Milano è stata suddivisa: i Consigli di Circoscrizione.

Si tratta del livello istituzionale più decentrato e a più diretto contatto con la popolazione. Il suo ruolo dovrebbe quindi essere quello di comprendere per primo le esigenze dei cittadini, a partire dalle problematiche più elementari, quelle che più di ogni altra richiedono risposte veloci e concrete.

Perché ciò avvenga è però indispensabile che alla componente politica siano delegate tutte - e sottolineo tutte - quelle competenze che possono essere decentrate, con la relativa possibilità di avere un bilancio di zona. Insomma, delle vere e proprie municipalità, coordinate da una visione cittadina generale che spetta indiscutibilmente al Consiglio Comunale.

La componente amministrativa, quella a cui spetta l'implementazione delle decisioni prese a livello politico, deve anch'essa essere posta nelle migliori condizioni per operare, con organici adeguati.

Per entrambi le componenti la realtà è ben diversa da quella che dovrebbe essere.

La componente amministrativa delle zone di Milano si trova a dover fronteggiare come può - spesso facendo dei veri e propri miracoli - una costante carenza numerica del suo organico che si aggrava, invece di migliorare, col passare del tempo.

La situazione delle strutture a disposizione, sia degli amministrativi che dei politici, è a dir poco disastrosa. In Zona 5, ad esempio: non ci sono sedie sufficienti per tutti i 41 consiglieri; l'impianto di registrazione per le sedute del consiglio, promesso da circa due anni dall'allora assessore al decentramento Del Debbio, non è ancora arrivato; i gruppi politici non hanno delle sedi a loro disposizione e per riunirsi devono chiedere ogni volta la disponibilità di una sala.

Cosa ancora più grave, per quanto concerne la componente politica le deleghe sono poche e confuse; non esiste un bilancio di zona ma solo delle "voci di bilancio" vincolate e determinate a livello centrale, che perdono quel valore aggiunto che potrebbe venire da un livello istituzionale come il Consiglio di Zona in grado di capire per primo le esigenze dei cittadini.

Una parte di responsabilità spetta agli stessi consiglieri di zona. Alcuni, infatti, credono probabilmente di sedere sui banchi del Parlamento italiano, se non addirittura europeo, poiché prediligono occuparsi dei "massimi sistemi" piuttosto che delle questioni concrete della Zona in cui sono stati eletti (penso, ad esempio, a una iniziativa - dal costo esorbitante - sostenuta da alcuni consiglieri di maggioranza che riguardava fatti avvenuti oltre oceano e che, pur condivisibile nei contenuti, poco o nulla ha a che fare con la zona 5). Altri, invece, più semplicemente non sfruttano a pieno quei pochi strumenti che il Regolamento del Decentramento Territoriale mette a loro disposizione per risolvere alcuni dei problemi concreti presenti nelle zone. Questi ultimi sono però giustificati dal fatto che per svolgere al meglio la funzione di consigliere sarebbe necessario dedicarvisi a tempo pieno, e la simbolica retribuzione che viene elargita dal comune ai consiglieri di zona certo non lo consente: il gettone di presenza è infatti di L. 130.000 lorde - cioè € 67,14 - per ogni consiglio di zona, ma non per le commissioni, come invece è stabilito in modo chiaro, inequivocabile ed esplicito dalla Legge n° 265/1999 (Art. 23 comma 3), dal Decreto del Ministero dell'Interno n° 119/2000 (Art. 8 comma 1) e dal D.L. n° 267/2000 (Art. 82).

La Giunta Albertini sembra aver trovato un facile sistema per risparmiare qualche soldo a danno dei "clochard" della politica. Inoltre, se i consiglieri di zona sono messi nella condizione di potersi occupare della zona solo negli spicchi di tempo rimasti a loro disposizione, è poi facile dire che "non servono a niente" e così pure il decentramento. Il risultato è quello di avere una giustificazione plausibile per conservare tutto il potere al centro, con un folle intasamento di competenze e un danno per l'efficienza della macchina politico-amministrativa milanese. Il decentramento sembra essere mantenuto in piedi con lo scopo principale di fungere da valvola di sfogo per i cittadini insoddisfatti che, notoriamente, sono solo un fastidio per chi vuole gestire il potere dall'alto.

La logica conseguenza di questo quadro d'insieme è che vi siano delle carenze di efficienza, ma è altrettanto chiaro che la soluzione c'è: dare vita ad un vero decentramento.

In questo senso occorre però più chiarezza - e meno ipocrisia - da parte della Giunta e del Consiglio Comunale: qual è la volontà politica che si vuole portare avanti? Se si crede davvero nel decentramento, allora che lo si dimostri riformandolo in modo serio, delegando alle zone molte più funzioni e creando delle vere municipalità. Non basta, è altresì indispensabile fornire alle zone strutture e organici adeguati ai compiti che in esse si devono svolgere. Altrimenti che si abbia il coraggio di ammettere che non lo si vuole, spiegando però le vere ragioni ai cittadini.

I Consigli di Zona - tutti uniti e senza distinzione di colore politico - dovrebbero fare pressione affinché il decentramento di Milano acquisti quella dignità che merita. Questo porterebbe vantaggi evidenti per tutti i milanesi che vedrebbero finalmente risolti molti dei loro problemi concreti con maggiore tempestività ed efficienza.

Luca Gandolfi

 

 

LE PAROLE DEL PRESIDENTE

A settembre, durante una seduta del Consiglio di Zona 5, il Presidente del C.d.Z. 5 aveva comunicato - con una certa soddisfazione - che "a metà ottobre, per qualche giorno, non potremo utilizzare l'aula consiliare perché in essa verranno fatti dei lavori per rinnovare tutti gli arredi, i microfoni, le sedie oggi mancanti …".

Qualcuno dai banchi delle opposizioni aveva fatto la domanda: "a ottobre di quale anno, Presidente?"

E lui, col sorriso sulle labbra: "Questo ottobre, di quest'anno: ottobre 2001".

Il 15 di ottobre 2001 è passato ormai da qualche mese e nessun lavoro di ammodernamento è stato compiuto nell'aula consiliare della Zona 5 intitolata a W. Tobagi. Ora si parla di dicembre o gennaio, ma non si ha più il coraggio di dire l'anno. Vedremo! Insomma, sembra proprio che si debba sperare in "un regalo di Babbo Natale o della befana".

 

FUNZIONARI E MANAGER

Da un lato, funzionari del comune sottopagati (circa L. 1.800.000 netti al mese) e sottoposti a turni stressanti; dall'altro, "manager" esterni superpagati (da 100 fino a 250 milioni all'anno) per svolgere spesso le stesse funzioni che venivano affidate, fino a poco tempo prima, ai funzionari o ai dirigenti amministrativi del comune. Queste sono "le scelte strategiche" della maggioranza di centrodestra che amministra Milano.

 

L'ORGANICO INSUFFICIENTE DELLA ZONA 5

L'attuale organico del Settore Zona 5 è numericamente insufficiente per svolgere tutti i compiti che gli spettano, questo comporta un impegno straordinario da parte di ogni membro dello staff amministrativo.

Riportiamo di seguito due tabelle. Nella prima è presente lo schema dell'organico del settore decentramento della Zona 5 come era nel 1999 quando Milano era ancora divisa in 20 zone. Nella seconda è riportato un confronto tra lo schema dell'organico attuale e quello ottimale - o "del libro dei sogni" - per poter svolgere in modo efficiente i compiti che attualmente spettano alle zone.

Da sottolineare che dopo il passaggio dalle 20 alle attuali 9 zone - ben più grandi e con maggiori compiti amministrativi da svolgere -, queste sono state private del loro Ufficio Tecnico, con tutte le ovvie complicazioni che ciò comporta. Va inoltre rilevato come attualmente vi siano solo due persone che svolgono i compiti di assistenza agli organi (cioè al Consiglio di Zona), quando invece sarebbero necessarie cinque o sei persone per garantire la massima efficienza a tali compiti.

 

Tab. 1

Organico Zona 5 nel 1999 con le 20 zone

DIREZIONE DEL SETTORE:

 

- Direttore di settore

1

UFFICIO TECNICO:

 

- Istruttore tecnico

2

AREA ASSISTENZA AGLI ORGANI E SERVIZI:

 

- Funzionario amministrativo

1

- Istruttore amministrativo

2

- Collaboratore amministrativo

4

ALTRI:

 

- commessi

2

TOTALE

12

 

Tab. 2

Organico Zona 5 con 9 zone

N° Attuale

N° Ottimale

DIREZIONE DEL SETTORE:

   

- Direttore di settore

1

1

Staff Direzione:

   

- Segretaria Direttore

1

1

- Segretaria Presidente

1

1

- Istruttore tecnico

1

---

UFFICIO TECNICO:

Non c'è più

SI

- Istruttore tecnico

---

2

- Collaboratore amministrativo

---

2

AREA ASSISTENZA AGLI ORGANI:

   

- Funzionario amministrativo

1

1

Assistenza agli organi:

   

- Istruttore servizi amministrativi

1

3

- Collaboratore amministrativo

---

2

Ufficio protocollo:

   

- Collaboratore amministrativo

2

3

Idoneità alloggiativa per stranieri:

   

- Collaboratore amministrativo

1

1

AREA EROGAZIONE SERVIZI:

   

- Funzionario amministrativo

1

1

Ufficio scuola:

   

- Istruttore amministrativo

1 part-time

1

- Collaboratore amministrativo

1

2

Ufficio contabilità:

   

- Istruttore direttivo amministrativo

1

1

- Istruttore amministrativo

1

1

- Collaboratore amministrativo

1

1

Ufficio manifestazioni e C.T.S.:

   

- Istruttore direttivo amministrativo

1

1

- Istruttore amministrativo

1

3

- Collaboratore amministrativo

1

2

Ufficio sussidi per gli anziani:

   

- Istruttore amministrativo

1

1

- Collaboratore amministrativo

---

1

Segreteria area erogazione servizi:

   

- Istruttore amministrativo

---

1

- Collaboratore amministrativo

2

2

ALTRI:

   

- commessi

4

4

TOTALE

24,5

39

N.B. Nella colonna "N° Ottimale" sono evidenziati in grassetto i numeri diversi dall'organico attualmente in forza alla zona 5.

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