- Anno XIII  N° 5 - Maggio 2009 - Pag. 2                             

Intenso dibattito in C.d.Z. 5 con il direttore generale dell'ALER, Ippolito

Vendita alloggi ALER: cerchiamo di capire

La sera del 16 aprile si è svolto un Consiglio di Zona 5 straordinario con oggetto: “attuazione della Legge Regionale 27/2007. Proposte per eventuale acquisto dell’alloggio ALER da parte degli assegnatari”.

Si è iniziato con gli interventi dei cittadini che hanno posto alcune domande molto importanti: “per chi compra ci sono condizioni di pagamento vantaggiose? Quali?”; “se una persona non compra cosa succede? Viene messo in mobilità?”; “se uno non acquista, cosa succede alle condizioni del canone di affitto?”; “è vero che bisogna versare 500 euro insieme alla domanda di acquisto?”; “che fine hanno fatto le domande di acquisto già presentate in passato? E i soldi versati a suo tempo per quelle domande di acquisto dove sono finiti? Verranno restituiti?” “è possibile acquistare con la modalità della nuda proprietà?

Le domande nascono dalle 12.000 lettere che l’ALER ha inviato ad alcuni suoi inquilini per chiedere se erano interessati ad acquistare le case in cui vivono, in attuazione della possibilità offertale dalla Legge Regionale 27/2007. Lettere che evidentemente non erano il massimo della chiarezza.

Veniamo quindi alle spiegazioni date dal Presidente dell’ALER Milano, l’avv. Ippolito, il quale ha esordito spiegando dal 2000 le competenze su questa materia sono state trasferite dallo Stato alle Regioni. La Legge Regionale n° 27 dell’8 novembre 2007 stabilisce le norme in base alle quali vendere le case pubbliche. Con la nuova Legge – ha detto Ippolito – si tenta di rimediare all’effetto “macchia di leopardo” creato dalla legge precedente (Legge nazionale n°560/1993), cioè a una serie di situazioni in cui alcuni condomini hanno un misto di inquilini e di proprietari. La nuova Legge oltre a dire che non si può vendere più del 20% del patrimonio pubblico, stabilisce anche che bisogna vendere prima quegli appartamenti degli stabili in cui vi sono già state in precedenza delle vendite. Verrà fatta quindi una pianificazione delle vendite, per cui si rende necessario compiere prima una indagine per capire la propensione all’acquisto nei vari caseggiati.

Per questo ALER ha inviato le 12.000 lettere a quelli che rientrano nei criteri appena esposti. Entro maggio/giugno ALER avrebbe voluto ritirare il risultato delle lettere, ma viste le difficoltà incontrate hanno prorogato i tempi entro cui rispondere portandoli a 90 giorni. Una volta ottenute le risposte, ALER creerà una banca dati per verificare dove si concentrano le richieste di acquisto, in modo da avere un quadro generale affinché poi la Regione approvi il Piano delle Vendite. Da gennaio 2010 – sempre secondo quanto detto da Ippolito - si potrà partire con le vendite davanti al notaio. Le vendite dovranno essere completate in 5 anni. Per il momento ALER ha già ricevuto circa 1.700 richieste di acquisto.

Per rispondere alle domande dei cittadini, il Presidente dell’ALER Milano ha precisato che “è vero che ALER ha introdotto la clausola che insieme alla domanda di acquisto vi sia anche un versamento di 500 euro, questo per far si che le domande siano presentate solo dagli inquilini realmente interessati, ma saranno considerati come acconto sull’acquisto. In caso invece di mancato acquisto verranno restituiti: 1) subito, se le case non verranno inserite nel piano vendite; 2) nel corso degli anni, se a recedere sarà stato l’inquilino.

Per quanto riguarda il prezzo di vendita ALER farà riferimento all’aggiornamento semestrale del “borsino immobiliare” (varia quindi nel corso del tempo in base ai dati delle vendite avvenute sul mercato della casa) considerando gli alloggi come appartenenti alla categoria “economica” con uno stato di conservazione di livello “medio”. Il valore andrà poi moltiplicato per la superficie commerciale che comprende anche i muri, le cantine e altro. Da questi dati si ricava il prezzo di partenza a cui si applicheranno gli abbattimenti del 20% e a cui, in alcuni casi, si aggiunge un altro 20% su quanto risultato dal primo abbattimento, arrivando quindi a circa il 30% del prezzo iniziale.

La Legge prevede che ad acquistare può essere l’assegnatario e i familiari conviventi. Nel caso in cui questi non potessero, può essere anche un parente dell’assegnatario che vive altrove a comperare, ma acquistando la nuda proprietà e lasciando il titolare dell’alloggio nell’appartamento.

Ippolito ha confermato che la Legge stabilisce che chi non può o non vuole comperare può essere trasferito altrove. Questo punto ha, come ovvio, acceso mote contestazioni da parte dei consiglieri nel corso del dibattito, tanto da spingere il Presidente ALER a precisare meglio con la seguente dichiarazione: “Non è intenzione di ALER fare mobilità forzose che non hanno senso. […] Se sono diversi gli inquilini che non comperano in uno stabile allora è chiaro che è impossibile spostarli, ma è anche probabile che quell’edificio non sarà inserito nel piano vendita.

Nel corso del dibattito sono emersi anche altri spunti interessanti. Molti alloggi ALER non sono a norma di Legge per quanto riguarda l’amianto o l’impiantistica: a chi andranno addossati i costi di bonifica o di adeguamento? All’ALER, proprietario che vende, o all’inquilino che compera? La risposta in questo caso è stata sconcertante: l’ALER vende le case nello stato di fatto in cui si trovano e i costi per metterle a posto se li dovrà accollare chi compera. Questo almeno è quanto dice ALER, ma sul quale ci sarebbe da fare un approfondimento legale.

Molti consiglieri hanno sottolineato che l’ente gestore (ALER) di case costruite con soldi pubblici di tutti i lavoratori (fondi Gescal) non può essere il beneficiario dei fondi derivanti dalla vendita. A questa osservazione il Presidente ALER ha replicato precisando che “i fondi ricavati dalle vendite verranno utilizzati per fare la manutenzione del patrimonio esistente e per costruire nuove case che seguono la logica di un mix sociale e non solo l’inquilinato dei palazzoni popolari di oggi.” Che tradotto vuole dire che con quei fondi non hanno intenzione di fare solo edilizia residenziale pubblica, ma anche edilizia convenzionata e edilizia di mercato. La qual cosa ci vede in dissenso: i fondi ricavati da queste vendite devono essere usati solo per costruire case popolari o per mettere a posto quelle già esistenti, non per lucrare.

Molti consiglieri d’opposizione hanno inoltre ricordato che in Zona 5 c’era una Commissione Casa che è rimasta inoperosa per troppo tempo e che essendo a termine è scaduta senza venire più rinnovata. Ne abbiamo chiesto la “riesumazione”, ma chiedendo che questa volta sia attiva e presente su questioni come queste o come i Contratti di Quartiere o i PRU in atto.

Luca Gandolfi

Consigliere di Zona 5

Di Pietro Italia dei Valori 

info@lucagandolfi.it

www.lucagandolfi.it

  

  

l titolo originale dell'articolo era:

C.d.Z. 5 straordinario sulla vendita alloggi ALER

 

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