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Intenso dibattito in C.d.Z. 5 con il direttore generale dell'ALER, Ippolito
Vendita alloggi ALER: cerchiamo di capire
La
sera del 16 aprile si è svolto un Consiglio
di Zona 5 straordinario con oggetto: “attuazione della Legge Regionale 27/2007. Proposte per eventuale
acquisto dell’alloggio ALER da parte degli assegnatari”.
Si
è iniziato con gli interventi dei
cittadini che hanno posto alcune domande molto importanti: “per
chi compra ci sono condizioni di pagamento vantaggiose? Quali?”; “se
una persona non compra cosa succede? Viene messo in mobilità?”; “se
uno non acquista, cosa succede alle condizioni del canone di affitto?”;
“è vero che bisogna versare 500 euro
insieme alla domanda di acquisto?”; “che
fine hanno fatto le domande di acquisto già presentate in passato? E i soldi
versati a suo tempo per quelle domande di acquisto dove sono finiti? Verranno
restituiti?” “è possibile
acquistare con la modalità della nuda proprietà?”
Le
domande nascono dalle 12.000 lettere che l’ALER ha inviato ad alcuni suoi
inquilini per chiedere se erano interessati ad acquistare le case in cui vivono,
in attuazione della possibilità offertale dalla Legge Regionale 27/2007.
Lettere che evidentemente non erano il massimo della chiarezza.
Veniamo
quindi alle spiegazioni date dal Presidente
dell’ALER Milano, l’avv. Ippolito, il quale ha esordito spiegando dal
2000 le competenze su questa materia sono state trasferite dallo Stato alle
Regioni. La Legge Regionale n° 27 dell’8 novembre 2007 stabilisce le norme in
base alle quali vendere le case pubbliche. Con la nuova Legge – ha detto
Ippolito – si tenta di rimediare all’effetto “macchia di leopardo”
creato dalla legge precedente (Legge nazionale n°560/1993), cioè a una serie
di situazioni in cui alcuni condomini hanno un misto di inquilini e di
proprietari. La nuova Legge oltre a dire che non si può vendere più del 20%
del patrimonio pubblico, stabilisce anche che bisogna vendere prima quegli
appartamenti degli stabili in cui vi sono già state in precedenza delle
vendite. Verrà fatta quindi una pianificazione delle vendite, per cui si rende
necessario compiere prima una indagine per capire la propensione all’acquisto
nei vari caseggiati.
Per
questo ALER ha inviato le 12.000 lettere a quelli che rientrano nei criteri
appena esposti. Entro maggio/giugno ALER avrebbe voluto ritirare il risultato
delle lettere, ma viste le difficoltà incontrate hanno prorogato i tempi entro
cui rispondere portandoli a 90 giorni. Una volta ottenute le risposte, ALER
creerà una banca dati per verificare dove si concentrano le richieste di
acquisto, in modo da avere un quadro generale affinché poi la Regione approvi
il Piano delle Vendite. Da gennaio 2010 – sempre secondo quanto detto da
Ippolito - si potrà partire con le vendite davanti al notaio. Le vendite
dovranno essere completate in 5 anni. Per il momento ALER ha già ricevuto circa
1.700 richieste di acquisto.
Per
rispondere alle domande dei cittadini, il Presidente dell’ALER Milano ha
precisato che “è vero che ALER ha
introdotto la clausola che insieme alla domanda di acquisto vi sia anche un
versamento di 500 euro, questo per far si che le domande siano presentate solo
dagli inquilini realmente interessati, ma saranno considerati come acconto
sull’acquisto. In caso invece di mancato acquisto verranno restituiti: 1)
subito, se le case non verranno inserite nel piano vendite; 2) nel corso degli
anni, se a recedere sarà stato l’inquilino.”
Per
quanto riguarda il prezzo di vendita ALER farà riferimento all’aggiornamento
semestrale del “borsino immobiliare”
(varia quindi nel corso del tempo in base ai dati delle vendite avvenute sul
mercato della casa) considerando gli alloggi come appartenenti alla categoria
“economica” con uno stato di
conservazione di livello “medio”.
Il valore andrà poi moltiplicato per la superficie commerciale che comprende
anche i muri, le cantine e altro. Da questi dati si ricava il prezzo di partenza
a cui si applicheranno gli abbattimenti del 20% e a cui, in alcuni casi, si
aggiunge un altro 20% su quanto risultato dal primo abbattimento, arrivando
quindi a circa il 30% del prezzo iniziale.
La
Legge prevede che ad acquistare può essere l’assegnatario e i familiari
conviventi. Nel caso in cui questi non potessero, può essere anche un parente
dell’assegnatario che vive altrove a comperare, ma acquistando la nuda
proprietà e lasciando il titolare dell’alloggio nell’appartamento.
Ippolito
ha confermato che la Legge stabilisce che chi non può o non vuole comperare può
essere trasferito altrove. Questo punto ha, come ovvio, acceso mote
contestazioni da parte dei consiglieri nel corso del dibattito, tanto da
spingere il Presidente ALER a precisare meglio con la seguente dichiarazione:
“Non è intenzione di ALER fare mobilità
forzose che non hanno senso. […] Se sono diversi gli inquilini che non
comperano in uno stabile allora è chiaro che è impossibile spostarli, ma è
anche probabile che quell’edificio non sarà inserito nel piano vendita.”
Nel
corso del dibattito sono emersi anche altri spunti interessanti. Molti alloggi
ALER non sono a norma di Legge per quanto riguarda l’amianto o
l’impiantistica: a chi andranno addossati i costi di bonifica o di
adeguamento? All’ALER, proprietario che vende, o all’inquilino che compera?
La risposta in questo caso è stata sconcertante: l’ALER vende le case nello
stato di fatto in cui si trovano e i costi per metterle a posto se li dovrà
accollare chi compera. Questo almeno è quanto dice ALER, ma sul quale ci
sarebbe da fare un approfondimento legale.
Molti
consiglieri hanno sottolineato che l’ente gestore (ALER) di case costruite con
soldi pubblici di tutti i lavoratori (fondi Gescal) non può essere il
beneficiario dei fondi derivanti dalla vendita. A questa osservazione il
Presidente ALER ha replicato precisando che “i
fondi ricavati dalle vendite verranno utilizzati per fare la manutenzione del
patrimonio esistente e per costruire nuove case che seguono la logica di un mix
sociale e non solo l’inquilinato dei palazzoni popolari di oggi.” Che
tradotto vuole dire che con quei fondi non hanno intenzione di fare solo
edilizia residenziale pubblica, ma anche edilizia convenzionata e edilizia di
mercato. La qual cosa ci vede in dissenso: i fondi ricavati da queste vendite
devono essere usati solo per costruire case popolari o per mettere a posto
quelle già esistenti, non per lucrare.
Molti
consiglieri d’opposizione hanno inoltre ricordato che in Zona 5 c’era una
Commissione Casa che è rimasta inoperosa per troppo tempo e che essendo a
termine è scaduta senza venire più rinnovata. Ne abbiamo chiesto la
“riesumazione”, ma chiedendo che questa volta sia attiva e presente su
questioni come queste o come i Contratti di Quartiere o i PRU in atto.
Luca Gandolfi
Consigliere di Zona 5
Di Pietro Italia dei Valori
l titolo originale dell'articolo era:
C.d.Z. 5 straordinario sulla vendita alloggi ALER
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