Milanosud - Anno XII N° 3 - Marzo 2008 - Pag. 1 e 2
Inceneritore: l'assessore Cadeo svicola
Era
la fine di novembre quando presentavamo la richiesta formale di un Consiglio di
Zona straordinario e monotematico sull’inceneritore. L’Art. 7 del
Regolamento del Decentramento vigente, al punto 4 dice che il Consiglio deve
essere convocato “entro 15 giorni dalla richiesta” che deve essere in forma
scritta, motivata e sottoscritta da almeno un terzo dei consiglieri (cioè
almeno 14). La richiesta che avevamo presentato rispondeva a tutti i requisiti,
ma abbiamo dovuto attendere tre mesi prima che l’Assessore
all'Arredo, Decoro Urbano, Verde,
Maurizio Cadeo, si degnasse
di trovare un momento per garantire la sua presenza. Già questo di per sé non
è un bel segnale nei confronti del C.d.Z. 5 e del territorio. Lo è ancora meno
se pensiamo che quando si tratta di inaugurare una via o una piazza gli
assessori si muovono subito e a sciami. Quando poi finalmente si degnano di
trovare una data per garantire la loro presenza in C.d.Z. sarebbe lecito
attendersi che vi rimanessero fino alla fine. Non è stato così in passato con
altri assessori e non è stato così neppure il 25 febbraio quando l’assessore
ha spiegato che alle 20.30 sarebbe dovuto andare via per altri precedenti
impegni, lasciando così alcuni consiglieri nell’impossibilità di avere la
presenza dell’interlocutore politico per cui avevano chiesto il Consiglio
straordinario (scandaloso!).
Ma
lasciamo pure stare la polemica e vediamo quali sono stati gli
“straordinari” contenuti che l’assessore è venuto a dirci dopo tre mesi
di attesa e di fronte a una folta presenza di cittadini nell’aula consiliare
di viale Tibaldi 41.
Cadeo
ha esordito bene, enunciando alcuni concetti condivisibili come “[…]
è giusto che qualsiasi scelta si faccia la si condivida con i cittadini nella
massima franchezza, indicando i pro e i contro e confrontandosi dal punto di
vista scientifico e tecnico”, e altri meno, come quando ha affermato che
“[…] la quantità di rifiuti prodotta
è un indice del progresso che avanza”. L’assessore ha poi sostenuto
giustamente che la raccolta differenziata è una soluzione concreta al problema
dei rifiuti, aggiungendo che non è antitetica alla termovalorizzazione. Preso
atto che le discariche sono ormai ritenute da tutti un metodo da scartare,
bisogna trovare il modo per smaltire quella quota di rifiuti che non rientra
nella raccolta differenziata. Fin qui, in linea di discorso generale, si può
tranquillamente essere d’accordo con l’assessore.
Il
dissenso nasce nel momento in cui l’assessore ha sostenuto (dopo aver fatto un
po’ di terrorismo psicologico ricordando il caso dei rifiuti di Napoli) che
Milano ha bisogno di un nuovo termovalorizzatore, sebbene si sia affrettato
subito a precisare che, contrariamente a quanto scritto più volte dalla stampa
cittadina e locale, “nulla
è ancora stato deciso”. E questo è stato il ritornello che
l’assessore ha ripetuto ossessivamente per tutta la serata (fin quando è
rimasto): “nulla è ancora deciso. Per
ora è in corso una discussione tra le varie istituzioni: Regione Lombardia,
Provincia di Milano e Comune.”
Sebbene
nulla sia ancora deciso (almeno da un punto di vista strettamente formale)
l’assessore pochi secondi dopo si è contraddetto (senza accorgersene) quando
ha precisato che “[…] per ragioni
logistiche dovrebbe essere fatto a sud.” Ma allora qualcosa è deciso: si
fa! Quello che ancora rimane da definire è se sarà nella nostra Zona 5 o
appena fuori, in uno dei comuni limitrofi. “Prendiamo
insieme la decisione di dove farlo” ha detto l’assessore, nello
scetticismo generale.
Uno
scetticismo del tutto legittimo visto che gli interventi dei cittadini
all’inizio della seduta gli sono entrati da un orecchio per uscire subito dopo
dall’altro. Neanche una piega quando gli è stato detto che il Parco Agricolo
Sud Milano, al cui interno si vorrebbe collocare il termovalorizzatore, è già
vittima di continue nuove costruzioni. Ha ignorato le preoccupazioni dei
cittadini sui possibili danni alla salute indotti dalle polveri ultrasottili
prodotte dagli inceneritori, per le quali non c’è filtro che le riesca a
fermare e arrivano direttamente nei polmoni provocando varie malattie.
Sergio
Galimberti, il Presidente
dell’AMSA (la società che spera di realizzare il termovalorizzatore) dopo
aver ribadito che non c’è ancora una localizzazione predefinita per il
termovalorizzatore, ha annunciato che a metà maggio faranno convegno con i
massimi esperti per dibattere sulla termovalorizzazione, che ovviamente ha
difeso a spada tratta esaltandone i pregi in termini di possibilità di produrre
energia e calore, e minimizzando i problemi.
Il
Dott. Sgorbati, dell’ARPA, ha
invece spiegato il ruolo tecnico e di controllo svolto dall’ARPA nelle varie
fasi a partire da quella della scelta della localizzazione fino a quella di
controllo continuo una volta che l’impianto sarà in funzione. Il primo
quesito a cui devono dare risposta è se serve o no l’impianto.
Ed
è proprio su questo quesito a monte che si snoda tutto il discorso politico.
Durante il dibattito un po’ tutti i consiglieri di centrosinistra intervenuti
hanno ribadito che al momento a Milano non vi è la necessità di un nuovo
termovalorizzatore e che è invece necessario investire nella raccolta
differenziata che è ancora ben al di sotto di quanto stabilito dalle direttive
europee. Il consigliere provinciale Sandro
Pezzoni (SD) ha ricordato che la legge prevede che si debba
arrivare al 65% di raccolta differenziata, mentre Milano è solo al 35%. Bisogna
tornare a raccogliere in modo differenziato anche l’umido.
Il
consigliere comunale Aldo Ugliano
(PD) ha invece ricordato all’assessore che nel Piano
dei Rifiuti della Provincia c’è la prescrizione di non fare l’impianto là
dove esistono già impianti di forte impatto ambientale, e questo escluderebbe
la Zona 5 in cui ci sono già due depuratori.
Tra
gli interventi dei consiglieri di zona, Repossi
(V) ha ricordato che oltre alla raccolta differenziata bisogna lavorare per
ridurre gli imballaggi a monte del processo di produzione per poter così
ridurre la quantità dei rifiuti prodotti, invece di continuare ad aumentarla.
Bisogna stimolare i cittadini a produrre sempre meno rifiuti e a fare la
raccolta differenziata.
Pavoni
(PD) ha sottolineato come sarebbe stato più opportuno che al C.d.Z. 5
straordinario fosse stata invitata anche l’assessore della Provincia. La
consigliera Berdot (SD) ha
evidenziato come ancora una volta a Milano si siano superati i 35 giorni
consecutivi in cui i valori degli inquinanti sono oltre i livelli consentiti,
esprimendo la sua contrarietà ad aggiungere nuove fonti di inquinamento. Gandolfi
(IdV) ha sottolineato la scarsa credibilità dell’assessore quando parla di
raccolta differenziata, visto che non viene fatta neppure nella sala del C.d.Z.
5, nonostante mesi fa fosse stata presentata un’istanza per segnalare tale
grave mancanza. Le istituzioni sono quelle che per prime devono dare il buon
esempio. Gandolfi ha inoltre chiesto che in futuro vengano invitati anche
esperti che illustrino in modo esauriente tutti i rischi che i
termovalorizzatori comportano per la salute.
Tra
i consiglieri di centrodestra, Zolla (AN) ha abilmente svicolato, ma ha comunque assunto un tono
polemico quando ha ricordato che la Zona 5 subisce delle cattiverie che non
merita senza avere dei vantaggi adeguati. Se ci devono essere delle opere
pubbliche che creano dei disagi, è anche giusto che il C.d.Z. 5 possa incidere
su alcune decisioni e che abbia adeguati finanziamenti compensativi.
Ben
più forte e deciso il tono polemico assunto dal capogruppo della Lega Nord, Morelli,
che ha esordito ricordando come nel giro di pochi giorni verranno in Zona 5 tre
assessori, ciascuno per un problema diverso della nostra zona (inceneritore,
chinatown, e ex scuola gialla). Dopo che in Zona 5 erano stati fatti due
depuratori, aspettavamo dei parchi (Ticinello, Vettabbia, ecc.) che non ci sono
ancora e gli spazi verdi sono occupati da campi nomadi abusivi. “La
zona sud è già la discarica di Milano” – ha detto Morelli – “La
Zona 5 chiede qualcosa per quello che ha già dato, ma non l’inceneritore.”
Tra
gli ultimi ad intervenire la Dott.ssa Alessandra Gussoni, responsabile dei Piani di Bonifica del
Comune di Milano, che si occupa
anche dello studio della localizzazione del termovalorizzatore. Come unica
indicazione c’è quella di farlo in una zona diversa da dove è l’impianto
di Silla che si trova a nord, quindi nella zona sud di Milano, ma il sito
preciso non è ancora stato definito e stanno valutando le varie possibili
alternative. Tutte le valutazioni sono ancora aperte. La dott.ssa Gussoni
è andata oltre dicendo che condivide la necessità di spingere al massimo la
raccolta differenziata, ma anche l’esigenza di ridurre i rifiuti a monte del
processo produttivo, cosa però quest’ultima che non può essere fatta a
livello di amministrazione locale. “Va
cambiata la mentalità generale e il processo di produzione all’origine.”
E con queste considerazioni che condividiamo concludiamo l’articolo. Peccato
che l’assessore non le abbia sentite, visto che era già andato via da circa
45 minuti.
Luca Gandolfi
Consigliere di Zona 5
Di Pietro Italia dei Valori
l titolo originale dell'articolo era:
C.d.Z. 5 straordinario sull'inceneritore: la solita presa in giro
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