Milanosud - Anno XI  N° 7/8 - Luglio/Agosto 2007 - pag. 3                             

NOMADI [1]: Assemblea sugli accampamenti abusivi nel Ticinello. Mozione in C.d.Z. 5

Necessario un impegno comune per risolvere il problema dei Rom

La sera di lunedì 25 giugno si è svolta un’assemblea pubblica in via Treccani degli Alfieri sulla problematica degli accampamenti abusivi sorti all’interno delle aree verdi del futuro Parco Ticinello. All’assemblea erano presenti un nutrito numero di consiglieri di zona, tra cui il Presidente del C.d.Z. 5, Ferrari (FI); il Presidente della Commissione Sicurezza di Zona 5, Sarina (LN); accompagnati da un nutrito numero di consiglieri di maggioranza (FI, LN, UDC); per l’opposizione erano invece presenti il coordinatore del centrosinistra, Pavoni (Ulivo), e il capogruppo dell’Italia dei Valori, Gandolfi. Tra i politici presenti c’era anche il consigliere comunale Salvini (LN) e il consigliere provinciale De Nicola (AN).    

Il tutto si è svolto di fronte alla folta presenza di cittadini che, esasperati dalla situazione che sono costretti ad affrontare quotidianamente, hanno chiesto lo sgombero degli accampamenti abusivi. I cittadini hanno anche segnalato che nelle ultime settimane hanno notato un incremento delle presenze negli accampamenti abusivi. E non poteva essere altrimenti, visto che nelle settimane precedenti erano stati effettuati gli sgomberi dell’area dell’ex autoparco e di una parte degli accampamenti di Chiaravalle, senza che vi fosse a monte una scelta precisa su dove mettere gli sgomberati. L’ovvio risultato è che gli sgomberati, se non riescono a tornare negli accampamenti dove erano, si spostano in altri ancora esistenti, dando origine in alcuni casi anche a furibonde liti con chi già vive in questi campi abusivi. Come deve essere accaduto anche negli accampamenti del Ticinello, da dove – qualche sera prima dell’assemblea – si sono sentiti provenire degli spari. Tutto ciò pone in essere una situazione che non può essere portata avanti nel tempo, ma che non può neppure essere risolta senza avere un piano preciso su dove collocare le persone che vengono di volta in volta sgomberate. I quali – è bene ricordarlo – essendo per la maggior parte provenienti dalla Romania, sono ormai cittadini europei a tutti gli effetti e non è quindi così semplice “rimandarli a casa loro” come spesso si sente chiedere.

Una richiesta di sgombero che i cittadini dei quartieri coinvolti avevano già fatto pervenire per iscritto al Consiglio di Zona 5 durante la seduta del 14 giugno, con allegate circa 1.500 firme raccolte in pochi giorni.

Una petizione che veniva poi tramutata in mozione urgente, di cui veniva data lettura del testo durante la seduta di Commissione Sicurezza del 20 giugno dal suo Presidente, senza però aprire il dibattito sull’argomento, impedendo così di costruire un testo condiviso con l’opposizione.

Si arrivava così alla seduta del C.d.Z. 5 del 21 giugno, in cui la mozione veniva presentata ufficialmente. Il consigliere Pavoni (U), a nome di tutta l’opposizione, chiedeva che la mozione fosse rinviata in Commissione affinché fosse possibile costruire un testo condiviso tra maggioranza e opposizione. Il Presidente della Commissione Sicurezza, che aveva fretta di votare la mozione per poterla sventolare come un trofeo durante l’assemblea del 25 giugno, respingeva la richiesta dell’opposizione. A sua volta l’opposizione rispondeva abbandonando l’aula. La mozione veniva così approvata formalmente all’unanimità, ma di fatto da una sola parte politica. Un peccato, perché molto probabilmente sarebbe stato possibile trovare un testo condiviso e replicare la votazione bipartisan che era stata fatta pochi giorni prima in Consiglio Comunale su un problema analogo. La fretta in questo caso è stata cattiva consigliera, ma siamo fiduciosi che in futuro entrambe le parti faranno tesoro di questa esperienza e potranno così ottenere un risultato dal valore politico maggiore.

Fermo restando che il C.d.Z. 5 deve fare la sua parte, il problema non è solo locale, ma riguarda tutto il territorio cittadino, provinciale e molte altre parti del territorio italiano.

Gli sgomberi vanno fatti per ristabilire una situazione di legalità, ma non può essere l’unica risposta al problema, anche perché gli sgomberi se riescono nei casi più fortunati a risanare una situazione localmente, non fanno altro che spostare in una nuova area la problematica, con tutte le sue implicazioni legate alla sicurezza, ma anche con risvolti sociali, umani e di condizioni igienico-sanitarie precarie.

Lo sgombero se non è affiancato da una soluzione politica in grado di affrontare e risolvere tutti gli aspetti di cui si compone il problema, serve a ben poco. Ci vuole una riflessione politica (rapida) sulla problematica e una conseguente risposta politica a tutti i livelli istituzionali, soprattutto quelli più elevati.

Gli altri paesi europei hanno fatto delle moratorie nei confronti dei paesi entrati di recente nella comunità europea (in particolare la Romania, da cui provengono i rom), prendendosi due anni di tempo per attrezzarsi ed essere in grado di accogliere i nuovi cittadini europei. Il parlamento italiano deve trovare una soluzione politica (magari bipartisan), e lo deve fare in tempi rapidi, perché il numero di queste persone aumenta in modo esponenziale di giorno in giorno.

Luca Gandolfi

Consigliere di Zona 5

Di Pietro Italia dei Valori 

info@lucagandolfi.it

www.lucagandolfi.it

 

l titolo originale dell'articolo era:

Assemblea pubblica sugli accampamenti abusivi nel Ticinello. Il C.d.Z. 5 approva una mozione. 

 

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