Milanosud - Anno XI  N° 5 - Maggio 2007 - pag. 5                             

Scontro nel centrodestra sui fondi scolastici: AN con la Lega, UDC contro, FI in ordine sparso

Al punto 10 del Consiglio di Zona 5 del 22 marzo c’era: “Criteri per la ripartizione dei fondi per il Diritto allo Studio”. Stiamo parlando di circa 165.000,00 euro, non di bruscolini. Una cifra importante. Ogni mutamento sui criteri di suddivisione tra le varie scuole di diverso ordine e grado, e ogni diversa suddivisione percentuale che fa riferimento ad alcuni criteri, possono mutare profondamente le risorse assegnate ad ogni singola scuola.

Viste queste prime considerazioni verrebbe naturale pensare che un argomento di tale importanza venga approfondito fino a sviscerarlo in tutti i suoi aspetti nella apposita Commissione istruttoria.

Teoricamente ciò sarebbe anche potuto avvenire, poiché la Commissione Educazione della Zona 5 era stata convocata per il giorno 16.03.2007 in una seduta la cui durata era prevista di due ore. Tempo ce ne sarebbe stato. Peccato che il Presidente della Commissione, Bramati (FI), abbia avuto la pessima idea di anticipare gli altri punti previsti (dal 5 al 9 compreso) spostando in coda quello riguardante il Diritto allo Studio che originariamente era previsto al n° 4. Grazie a questa “brillante” pensata si è iniziato a trattare la materia del Diritto allo Studio alle 19.35, cioè quando mancavano solo 25 minuti alla fine della Commissione. Alle 19.40 il Presidente della Commissione terminava la sua introduzione e lasciava la parola ai consiglieri presenti, senza però annunciare che aveva in serbo una proposta di cambiamento rispetto a quanto deliberato l’anno precedente. Proposta che veniva annunciata alle 19.59, cioè quando mancava ormai solo un minuto al termine della Commissione, e senza che ne venissero spiegate le motivazioni a sostegno. L’unica cosa che il Presidente Bramati ha detto è che i cambiamenti erano dovuti a “ragionamenti matematici” assai poco chiari e che non hanno convito nessuno dei presenti.

La proposta consisteva nel mutare le percentuali assegnate diverse voci in cui erano suddivisi i fondi per le scuole dell’infanzia, alle scuole primarie, e alle secondarie di primo grado, lasciando invece immutate quelle per le scuole secondarie di secondo grado. Per tutte queste scuole Bramati (FI) ha proposto di ridurre dal 20% al 5% la voce relativa agli “utenti refezione”, andando così ad aumentare la voce relativa al “numero alunni” dal 40% al 50% e quella per i “disabili” dal 25% al 30%; lasciando invece immutata quella degli “stranieri e nomadi” al 15%. La Commissione ha chiuso i lavori alle 21.07 dopo che la maggioranza aveva dato il parere favorevole alla proposta, nonostante le forti critiche e le proposte alternative avanzate dai noi consiglieri di centrosinistra.

Tutto inutile. La poco comprensibile proposta del Presidente di Commissione diventava parte integrante della proposta di Delibera iscritta ai lavori del C.d.Z. 5 del 22 marzo. A nulla serviva una sospensione del Consiglio per una riunione urgente dei capigruppo in cui il centrosinistra chiedeva che il punto venisse ritirato e rinviato per un ulteriore approfondimento in Commissione. Nulla da fare. L’unico cambiamento era costituito da un ripensamento numerico da parte del Presidente di Commissione Educazione per quanto concerneva le sole scuole secondarie 1° grado per cui ora proponeva le seguenti percentuali: numero alunni 40%; disabili 30%; stranieri e nomadi 15%; utenti refezione 15%.

Il centrosinistra decideva di presentare due emendamenti: il primo, sottoscritto da 8 consiglieri di sei gruppi politici del centrosinistra, in cui si proponeva una diversa suddivisione delle percentuali in cui si tenesse maggiormente conto di fattori problematici come i “disabili” e gli “stranieri e nomadi”; il secondo, presentato da Rifondazione Comunista, in cui si chiedeva che i Fondi del diritto allo Studio venissero destinati esclusivamente alle scuole pubbliche. Entrambe gli emendamenti venivano respinti e così i consiglieri del centrosinistra annunciavano che in segno di protesta abbandonavano l’aula. La maggioranza aveva però ancora i numeri per votare la delibera.

Ed ecco la sorpresa che nessuno si aspettava: il gruppo di AN presenta un emendamento che chiede di ridurre al 10% la voce relativa agli “stranieri e nomadi”, aumentando quella relativa ai “disabili”. L’emendamento di AN viene posto in votazione e provoca una spaccatura nella coalizione di maggioranza e anche all’interno dei partiti che la compongono. 7 favorevoli: AN, Lega Nord e il consigliere Gambuto (FI); 10 contrari: i due dell’UDC e otto consiglieri di FI compreso il Presidente del C.d.Z. 5 (che si era addirittura dimenticato di votare); 4 astenuti: i consiglieri Bove, Crupi, Denari e Passavanti di FI.

L’emendamento viene respinto e questo risultato provoca una ulteriore spaccatura. Il consigliere Sarina (LN) annuncia la sua astensione alla votazione della delibera sul Diritto allo Studio, mentre il consigliere Zolla annuncia che il gruppo di AN “non accettando la contrarietà all’emendamento presentato, abbandona l’aula e non partecipa al voto”. In realtà non tutto il gruppo di AN abbandona l’aula, perché la consigliera D’Ambrosio non si muove dal suo banco e vota a favore insieme ai consiglieri di FI e dell’UDC, mentre si astengono i due della Lega e il consigliere Gambuto (FI). Votazione inutile perché viene constatata la mancanza del numero legale e la votazione non è valida. Tutto (o quasi) da rifare al C.d.Z. 5 successivo, quando il punto verrà nuovamente posto in votazione prima di tutti gli altri punti e con modalità di seconda convocazione.

Questa, secondo noi, è una palese dimostrazione di incapacità del centrodestra di governare la nostra amata Zona 5. Purtroppo è solo uno dei tanti esempi che avremmo potuto portare.

Luca Gandolfi

Consigliere di Zona 5

Di Pietro Italia dei Valori 

info@lucagandolfi.it

www.lucagandolfi.it

  

 

l titolo originale dell'articolo era:

C.d.Z. 5: il Centro-Destra si spacca sui Fondi per il Diritto allo Studio

 

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