Milanosud - Anno IX  N° 11 - Novembre 2006 - pag. 7                             

La maratona non è amata dai milanesi? Facciamola in una domenica ecologica

Domenica 8 ottobre 2006 la Zona 5 è stata attraversata da un importante evento: la Maratona di Milano o “Milano City Marathon” come riporta la dicitura ufficiale.

È ormai qualche anno Milano ha deciso di organizzare una Maratona, scelta che condividiamo, nell’ottica di una sensibilizzazione verso lo sport e verso un modo diverso di vivere la propria città. Ma per le grandi città come Milano, il fatto di organizzare una Maratona a cui partecipano i migliori atleti a livello mondiale (quest’anno c’era il campione olimpico, Baldini), diventa anche un modo per acquisire ulteriore visibilità internazionale. Per tutta la durata della Maratona (o almeno per quella dei campioni) la città che la ospita, grazie alle riprese televisive, è sotto gli occhi di tutto il mondo. La Maratona diventa quindi un biglietto da visita per presentare la città al mondo. E domenica 8 ottobre Milano ha presentato sé stessa al mondo. Ma quale spettacolo ha dato Milano?

Potrei dire la mia, visto che l’ho corsa tutta (pur senza essere iscritto) e avrei diversi aneddoti da raccontare, ma in questo caso preferisco citare il parere molto più qualificato di un esperto di Maratone, Orlando Pizzolato, il due volte vincitore della Maratona di New York (1984 e 1985) e ora commentatore tecnico delle Maratone per la Rai, che sul suo blog (http://pizzolato.blog.dada.net) così si esprime a proposito della Maratona di Milano: “[…] La parte meno entusiasmante era dovuta al completo disinteresse della città per la maratona: per le strade non c’era praticamente nessuno, e quelli che assistevano al transito dei podisti erano gli automobilisti in attesa che la strada si liberasse. Io ero convinto che il cambio di data fosse stato fatto per aver la certezza che ci sarebbe stata la domenica ecologica - quindi con il blocco del traffico - ma così non è stato. […]”.

Qualcuno ogni tanto c’era a lato della strada che applaudiva il passaggio dei corridori, sia quello degli atleti che di noi comuni mortali, ma quello che colpiva maggiormente chi correva era senza dubbio l’interminabile colonna di macchine in coda nelle vie limitrofe (in alcuni casi addirittura di fianco al percorso della corsa), con autisti imbufaliti che strombazzavano all’impazzata, insultavano i corridori e i vigili, e continuavano imperterriti a tenere i motori accesi. Automobilisti che nonostante fossero stati informati della Maratona non hanno pensato minimamente di rinunciare a spostarsi in città con l’auto e si sono ritrovati bloccati in coda, senza per altro avere la saggezza – lo ripetiamo - di spegnere i motori. 

Infine, per quelli che la Maratona la fanno in più di 3 ore e mezza c’era anche la possibilità di doversi fermare a qualche incrocio perché il vigile di turno stava facendo passare le auto.

Tutto questo non doveva accadere e poteva essere evitato in modo assai semplice: era sufficiente - come ricordava lo stesso Pizzolato – far coincidere la giornata della Maratona con una domenica ecologica di blocco del traffico o, quantomeno, stabilire un blocco del traffico per tutta la durata della Maratona, dalle 9.00 alle 14.00. Non dovrebbe essere così difficile e sicuramente i disagi sarebbero infinitamente inferiori a quelli che si sono verificati l’8 ottobre.

Se una città vuole organizzare una Maratona internazionale per mostrarsi al mondo, allora deve anche porre in essere tutte le condizioni affinché venga fatta nel miglior modo possibile. Altrimenti che spettacolo diamo?

Per queste ragioni è stata presentata in Consiglio di Zona 5 (P.G. 963718/2006 del 13/10/2006) una “Proposta di Deliberazione alla Giunta o al Consiglio Comunale” in base a quanto previsto dall’Art. 31 del Regolamento del Decentramento, per “[…] chiedere di far coincidere la giornata della Maratona di Milano con una domenica ecologica in cui vi sia, almeno durante tutta la durata della Maratona, il blocco totale della circolazione dei veicoli”. La proposta (primo firmatario il consigliere Gandolfi) è parsa subito trovare condivisione in entrambe gli schieramenti, tanto è vero che è già stata sottoscritta sia da consiglieri di centrosinistra (IdV, Ulivo, Lista Ferrante, PRC, Verdi, Rosa nel Pugno), sia da esponenti di centrodestra, tra cui anche lo stesso Presidente della Commissione Sport della Zona 5, Beghi (UDC).

Si sta ora lavorando dietro le quinte per trovare un testo condiviso da ambo le parti, smussando quello che c’è da smussare, in modo da arrivare a una votazione a larga maggioranza in C.d.Z. 5.

La discussione e la votazione sono previste per uno dei primi C.d.Z. 5 di novembre. Vi terremo informati sull’esito.

Luca Gandolfi

Consigliere di Zona 5

Di Pietro Italia dei Valori (indipendente) 

info@lucagandolfi.it

www.lucagandolfi.it

 

 

42 km senza medaglia!!! 

Correre i 42 km della Maratona non è impresa facile. Chi non è un atleta professionista arriva al traguardo stremato, dopo più di 4 ore di sofferenza, ma orgoglioso di essere riuscito a vincere la sfida con sé stesso ed essere arrivato fino in fondo. È una soddisfazione enorme che di solito viene accompagnata dalla consegna al traguardo della medaglia, come avviene anche al termine della Stramilano dei 50.000 (15 km).

La Milano City Marathon 2006 invece ha deciso di consegnare a chi arrivava al traguardo dopo 42 km un misero ed insignificante stendardino di cartone infilato dentro a una protezione di plastica trasparente. E la medaglia? Niente! Quel cartoncino rosa era il surrogato della medaglia. Che delusione!

Il plurivincitore della Maratona di New York, Orlando Pizzolato, sul suo blog (http://pizzolato.blog.dada.net) si esprime anche su questo (citiamo) “[…] si deve riflettere sull’importanza di una gratificazione tangibile per lo sforzo sostenuto: un oggetto di poco valore come la medaglia testimonia a se stessi l’impresa sostenuta. […] Chi è stato a New York ha potuto verificare quanto i maratoneti siano orgogliosi di indossare la medaglia ricevuta all’arrivo: la indossano la sera quando escono a cena, o all’indomani quando si presentano in ufficio, suscitando l’ammirazione e l’invidia di chi non riesce a correre la maratona.[…] avere un oggetto che simbolizza lo sforzo fatto, è veramente importante. […] La medaglia, un piccolo oggetto, spesso dal valore economico irrisorio, ma che racchiude tante emozioni, che a volte valgono una carriera. […]”

Luca Gandolfi

info@lucagandolfi.it

 

 

 

l titolo originale dell'articolo era:

Maratona a Milano: sì, ma in una domenica ecologica

 

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