La Conca Anno XII N° 4 - Aprile 2004 - www.laconca.org - pag. 8
Stadera ... Ti Amo !
di LUCA GANDOLFI - info@lucagandolfi.it
Il
Comitato Stadera-Savoia-Spaventa ha
organizzato il 3 e il 4 aprile due giornate dedicate al quartiere Stadera, anche
detto “La Baia del Re”. Sui volantini e sul materiale divulgativo una
scritta su tutte: “Stadera Ti Amo!”. Una vera e propria dichiarazione d’amore verso
il quartiere, ma anche un grido di aiuto per cercare di chiedere maggiore
attenzione verso uno dei quartiere più degradati di Milano. Un’attenzione che
però non rimanga limitata alla sola carta stampata dei giornali o ai servizi
occasionali sulle televisioni locali, ma che si tramuti in interventi concreti
per cercare di restituire dignità e vivibilità ad un quartiere che in questi
ultimi decenni è stato sinonimo di degrado sia abitativo che sociale.
Sabato
3 aprile i rappresentanti del Comitato Stadera-Savoia-Spaventa
hanno fatto fare un “giro turistico” del quartiere ai giornalisti (tra cui
c’era anche il sottoscritto nella doppia veste di inviato de La Conca e di
consigliere di zona 5). Appesi sulla cancellata della Chiesa, una serie di
cartelli con varie scritte: “L’indifferenza
per la Baia del Re è l’arma più letale che esista”; “La
nostra quaresima dura da troppi anni, è ora di risorgere!!!”;“Allo
Stadera abitano persone VERE”; “Sicurezza,
accoglienza, solidarietà, dignità umana, decoro urbano, questo vuole essere lo
Stadera!”; “Anche qui si vota!”;
“Non ce l’ha fatta la guerra a
demolire la nostra Baia, ce la faranno politici e amministratori?”; “Noi
siamo realisti … vogliamo l’impossibile!”.
È
stata anche l’occasione per rilanciare la proposta del Coordinamento
Comitati Milanesi di far diventare il 2004
l’anno delle Periferie: puntare sulle periferie per migliorare la grande
Milano. Un giro al quartiere Stadera che idealmente diventa un giro in tutte le
periferie abbandonate e degradate della nostra amata Milano. Vediamo quindi cosa
abbiamo trovato.
Le
ristrutturazioni del P.R.U. Stadera sono ormai iniziate da diversi mesi (anche se con un
paio di anni di ritardo rispetto ai tempi previsti e non ancora in tutti gli
stabili) e quindi la visita del quartiere si svolge tra le impalcature e le aree
cantiere, immerse in una realtà di degrado abitativo e sociale assai evidente.
Si cammina tra le ovvie macerie dei cantieri e i meno normali rifiuti di ogni
genere lasciati qua e la nei cortili: motorini abbandonati (interi o a pezzi);
resti di computer; bici arrugginite e senza le ruote; una fila di una decina di
carrelli del supermercato; muri sgretolati; balconi che sembrano dover cascare
da un momento all’altro. E sui marciapiedi il panorama non cambia di molto:
lavandini e televisori lasciati lì in attesa che qualcuno dell’Amsa passi e
li porti via.
Alle
lamentele per il degrado e per i disagi dovuti ai cantieri aperti (soprattutto
legati ai rumori che iniziano la mattina presto e ai “percorsi di guerra”
che gli abitanti sono costretti a fare quando escono di casa), si uniscono le
denunce di una situazione di generale insicurezza dovuta alla criminalità
diffusa nel quartiere, legata soprattutto allo spaccio di droga.
Le
telecamere annunciate a più riprese dall’Assessore alla Sicurezza sono
arrivate, ma non pare che siano servite a molto. Come era abbastanza facile
prevedere, infatti, agli spacciatori è bastato spostare le loro lucrose attività
di pochi metri, dalle strade (ora controllate dalle telecamere) ai cortili
interni degli stabili, dove entrare è facile visto che i cancelli sono sempre
aperti o, causa i lavori in atto, non ci sono del tutto.
Proprio
mentre una giornalista con telecamera al seguito sta intervistando una donna
affacciata al balcone, un vetro cade e si infrange a pochi metri di distanza. Un
caso? Certamente no. Piuttosto un segnale di chi evidentemente si sente
minacciato dall’attenzione dei media e preferisce il silenzio per poter
continuare a svolgere le sue losche attività.
Il
Presidente del Comitato, Annamaria Cavenaghi, ricorda che allo Stadera ci sono
più di 600 appartamenti vuoti che diventano facile preda delle occupazioni
abusive. Il problema delle mancate assegnazioni è dovuto al fatto che molti di
questi appartamenti sono di circa 27 mq, cioè ben al di sotto dello standard di
abitabilità previsto dalla legge. Il P.R.U. Stadera prevede di unire tra loro
gli alloggi sotto standard per renderne finalmente possibile l’assegnazione,
ma è chiaro che fino a quando i lavori non saranno terminati questi alloggi
rimangono a rischio occupazione.
Il giro si conclude, ma la vita al quartiere Stadera continua, come ogni giorno, con tutti i suoi problemi. Il quartiere Stadera, come le molte altre periferie di Milano, merita la stessa attenzione che hanno le vie del centro. Gli abitanti del quartiere attendono delle risposte concrete!
Pubblicato su LA CONCA - Anno XII N° 4 - Aprile 2004 - pag. 8
Home Page E-mail Articoli La Conca