La Conca - Anno IX  N° 8 - Ottobre 2001

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pag. 5

STADERA E GRATOSOGLIO:

"STORIE DI ORDINARIA FOLLIA"

di LUCA GANDOLFI - luca.gandolfi@tiscalinet.it

Quando Charles Bukowsky scriveva il suo noto libro "Storie di ordinaria follia" non aveva certo in mente i quartieri popolari di Milano, eppure tale titolo si adatta perfettamente alla realtà oggi presente allo Stadera e al Gratosoglio.

 

STADERA - Le cronache cittadine dell'ultimo periodo hanno visto tristemente alla ribalta il quartiere Stadera. Basti pensare al rapimento di una bambina di 6 anni in via Barrili da parte di un maniaco che, con la scusa di offrirle un gelato, ha "convinto" la piccola - prima a parole ed infine con la forza - a salire sulla sua auto con targa tedesca. La scena è stata vista da alcuni abitanti del quartiere che hanno subito avvertito la polizia. Per fortuna tutto è finito per il meglio: la bambina è stata ritrovata dopo una ventina di minuti a Rozzano e il giorno seguente il maniaco è stato arrestato.

Questi episodi accadono in un ambiente in cui il degrado abitativo e sociale la fa da padrone. Lo Stadera ha 1856 appartamenti, di cui 613 liberi (molti dei quali non possono essere assegnati perché al di sotto dello standard di abitabilità) e 161 occupati da abusivi. Sono decenni che la situazione è nota a chi governa Milano, eppure nulla cambia. Sì, è vero che nel 1999 il Comune aveva approvato il PRU Stadera (Programma di Recupero Urbano) su un progetto presentato dall'Aler. Ma è altrettanto vero che i lavori del PRU sarebbero dovuti iniziare nella primavera del 2000; fino ad oggi, invece, nulla è stato fatto! Il motivo? Le voci che circolano in proposito sono tante, l'unica certezza è che da tante parole dette e da tante promesse fatte non è ancora scaturito alcun fatto!

Per rendersi bene conto della gravità del degrado del quartiere Stadera basta farsi un giro tra gli stabili di via Palmieri, via Barrili e via Neera. La scelta è ampia.

Noi de La Conca il giro "all'inferno" dello Stadera l'abbiamo fatto il 28 settembre e il 15 ottobre. Insieme a noi c'era un consigliere di zona dei Democratici di Sinistra che ha poi presentato una Istanza in consiglio di zona 5 per cercare di smuovere qualcosa. Purtroppo sappiamo che la Giunta di Milano (centrodestra) ha orecchie assai dure quando si parla dei quartieri popolari.

Il tour è iniziato da via Neera 7, dove abbiamo visto che le caselle della posta cambiate circa un anno fa sono già state rotte da atti vandalici. La cosa non ci stupisce più di tanto, visto che il cancello pedonale dello stabile ha il blocco serratura completamente mancante e il meccanismo di chiusura è completamente bruciato! Chiunque può entrare, sia di giorno che di notte.

Nel cortile ci troviamo di fronte a uno spettacolo che dovremo vedere più volte: muri scrostati e cadenti; pezzi di balcone mancanti; porte che immettono sulle scale con vetri rotti o completamenti assenti; persiane rotte o divelte. La gente che abita nel quartiere si è ormai abituata a questo orrore - o forse sarebbe più opportuno dire che si è "rassegnata" -, ma rimane il fatto che non porre rimedio a un simile degrado abitativo è un segno di grave inciviltà da parte di chi amministra una città come Milano e una Regione come la Lombardia. L'unica "speranza" sembra ormai essere affidata alle varie Madonnine custodite in piccole casupole sparse qua e là nei cortili del quartiere.

Nel cortile di via Neera 7 possiamo anche "ammirare" l'entrata sigillata di uno dei Labirinti dello Stadera (dovrebbe essere il primo intervento del PRU). Di fianco c'è una ruota di motorino abbandonata e nell'androne i resti di quello che fù un motorino.

Ci spostiamo in via Barrili, ma per farlo non serve fare il giro, è sufficiente passare da una delle tante aperture che ci sono nella cancellata che dovrebbe separare i cortili.

Visitiamo le cantine e i solai di alcuni stabili di via Barrili 9 e lo spettacolo è simile a quello di un territorio devastato dalla guerra. Le cantine - ammesso che così le si possa ancora chiamare - hanno i muri quasi del tutto abbattuti e le porte mancanti, ed ovviamente sono del tutto inutilizzabili, tranne che per coloro i quali vi vogliano trascorrere la notte. Tanto entrare è facile, basta passare da una delle tante finestrelle rotte!

Nei solai di via Barrili 9 e in quelli di via Palmieri 8/F sono ammonticchiate alla rinfusa tutta una serie di oggetti, probabilmente dimenticati da anni. Le porte sono di legno marcio e cadenti, ma il problema maggiore sembra derivare dai lucernari rotti che permettono ai piccioni di entrare. Gli abitanti dello stabile ci dicono che d'estate l'odore dei piccioni morti è insopportabile.

Sempre nello stabile di via Palmieri 8/F c'è stata - alcuni giorni prima - una rottura nel tubo dell'acqua e le cantine sono ancora allagate. Quando arriviamo ci dicono che finalmente sono iniziati i lavori per rimediare all'inconveniente.

Sempre in via Barrili 9 troviamo uno "scomodo" cartello che nessuno si è premurato di togliere. Sopra c'è scritto: "INIZIO LAVORI: 28 MAGGIO 1996 - FINE LAVORI: LUGLIO 1998" (riguarda via Barrili 9 e via Palmieri 8 e 10). Inutile dire che i lavori non si sono mai conclusi. Erano iniziati, si sono interrotti e non sono mai più ripresi.

In via Palmieri entriamo in un appartamento e la signora Fulvia di 77 anni ci mostra il suo piccolo bagno largo meno di un metro e lungo forse due. "Per lavarmi - dice la signora - devo andare a casa di mia sorella". Poi ci chiede se sappiamo qualcosa della data di inizio dei lavori: "Sono mesi che ho gli scatoloni pronti - ci spiega - La Regione ci aveva detto di tenerci pronti a spostarci perché a breve avrebbe ristrutturato il palazzo. Poi non ci ha fatto sapere più niente. Stiamo ancora aspettando."

Stiamo tutti aspettando. Non si può fare altro. Speriamo solo che chi governa la Regione Lombardia e il Comune di Milano la smetta di dire tante parole e si decida a passare ai fatti. Solo di questo c'è bisogno allo Stadera.

 

GRATOSOGLIO - Se lo Stadera piange, il Gratosoglio non ride. Venerdì 5 ottobre abbiamo fatto un giro in alcuni degli stabili del Gratosoglio Nord in via C. Baroni (ai civici 62, 64, 66, 68, 78, 80 e 82). Anche in questo caso insieme a un consigliere di zona dei DS che ha poi presentato una Istanza per denunciare le situazioni di degrado riscontrate.

Gli abitanti di questi stabili si sentono dimenticati: mentre in altre parti del quartiere hanno costruito dei nuovi locali per le immondizie, qui ci sono ancora delle piccole e maleodoranti stanze nelle cantine dove spesso i sacchi sono rotti, la spazzatura sparsa per terra e, naturalmente, i topi abbondano (uno facciamo in tempo a vederlo anche noi).

"Abbiamo i topi in casa" ci dicono, mentre ci accompagnano a vedere "le meraviglie" del quartiere. I problemi sono sempre gli stessi da anni: cantine con immondizia sparsa qua e là, porte mancanti, tubi abbandonati, prese della corrente scoperte e infiltrazioni d'acqua dovunque: "qualche tempo fa - ci dicono gli abitanti - usciva l'acqua da alcune prese di corrente" - e qualcun altro aggiunge - "qui la legge 626 attende ancora di essere applicata. In molti stabili non c'è ancora la corrente a terra."

I muri esterni sono scrostati e mostrano le intelaiature arrugginite. Al civico 62 di via Baroni (1° piano) c'è un buco profondo. I balconi sono arrugginiti e - ci informano gli abitanti - con la presenza di amianto.

Le lamentele degli abitanti riguardano anche le strade. Dalla presenza di numerose auto abbandonate a veri e propri problemi di viabilità. "dovrebbero fare un senso unico in questo tratto di strada - ci spiegano alcuni abitanti di via Baroni 64, 66, 68 - Alla sera, quando ci sono tutte le auto parcheggiate, non si passa. Se deve venire un'ambulanza non ci riesce." Il problema delle strade del Gratosoglio si complica ulteriormente se si pensa che il Comune si rifiuta di intervenire perché sono strade private di proprietà dell'Aler, il quale le cederebbe volentieri al Comune, ma il Comune dice "no, grazie". Questo scaricabarile sembrerebbe tuttavia essere vicino alla soluzione - il condizionale è d'obbligo - perchè è in corso di definizione un accordo tra Aler e Comune. Aspettiamo con impazienza l'esito.

Quando si parla del Gratosoglio, bisogna tenere presente che questo quartiere era stato costruito per dare un alloggio di emergenza a coloro che ne avevano bisogno; non era stato pensato per durare nel tempo. A ciò si aggiunga la totale mancanza di manutenzione ordinaria per molti anni (decenni). Il risultato è che ora sono necessari costosi interventi di manutenzione straordinaria.

In occasione dell'assemblea pubblica dell'8/02/2001 il vicepresidente dell'Aler Cecchi aveva quantificato in 110 miliardi la spesa necessaria per ristrutturare completamente il Gratosoglio e almeno 10 anni di tempo per i lavori. Miliardi che l'Aler non ha e che chiede alla Regione e al Comune.

Certo la prima Giunta Albertini non ha dato segnali positivi per quanto riguarda i quartieri popolari disertando sempre il tavolo di concertazione permanente attivato dalla Regione Lombardia nel 1999 con la L.R. n° 9/1999; e la seconda Giunta Albertini sembra seguire la stessa strada.

È invece necessario un impegno forte da parte del Comune e della Regione. Non è più accettabile sentir dire che "i soldi non ci sono" e rimandare nel tempo la soluzione di problemi che si sarebbero dovuti risolvere da anni. Se la politica è fatta di priorità, la questione del degrado dei quartieri popolari deve avere la priorità assoluta!

 

Il degrado dei quartieri popolari è una delle emergenze di Milano?

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