La Conca - Anno IX N° 6 - Giugno 2001 |
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LE DISCARICHE DEL PARCO SUD
di LUCA GANDOLFI - luca.gandolfi@iol.it
All'inizio di aprile del 2000 il Corriere della Sera aveva pubblicato nelle pagine di Milano una serie di articoli che riguardavano le discariche abusive presenti all'interno del Parco Agricolo Sud Milano. Molte erano le aree che vedevano l'accumularsi di rifiuti solidi di vario genere in aperta violazione delle Direttive Europee 75/442/Cee e 91/689/Cee e applicate in Italia tramite il Decreto Legislativo N° 22/1997. In quel frangente si paventava la possibile conseguenza che la Commissione Ambiente della Comunità Europea potesse aprire una procedura di infrazione che avrebbe potuto anche sfociare in una condanna e in una multa.
È passato più di un anno e purtroppo il problema delle discariche abusive nel Parco Sud è tutt'altro che risolto, basta farsi un giro nelle vie Manduria e Selvanesco (quest'ultima chiusa da qualche mese per lavori) oppure nell'ultimo tratto dell'Alzaia Naviglio Pavese.
Ed è proprio quello che abbiamo fatto noi in un soleggiato sabato pomeriggio di maggio: abbiamo preso le bici con l'intenzione - o illusione - di fare un giro immersi nel verde del Parco Sud.
Peccato che oltre al verde, sui bordi delle strade, vi fossero anche numerose discariche abusive. Così è alla fine dell'Alzaia Naviglio Pavese dove la strada principale prosegue curvando a destra - poco distanti dal parcheggio di un noto ipermercato di Assago - ci si ritrova immersi in cumuli di rifiuti, tra cui abbiamo individuato una decina di barattoli di vernice, tre lavatrici, un paio di forni, un frigorifero, resti di lavandini, divani e poltrone, televisori rotti con circuiti elettrici sparsi un po' dovunque, scatoloni, pneumatici di auto, bidoni arrugginiti, materassi, bottiglie di plastica e altra immondizia di vario genere. Il tutto, naturalmente, nelle immediate vicinanze di un cartello con una scritta perentoria: "Divieto di scarico".
Il ciclista può però scegliere di proseguire dritto in una stradina a lui - miracolosamente - riservata, ma la storia non cambia: anche qui viene accolto da divani, televisori rotti e altri rifiuti che in parte gli ostruiscono il passaggio. E questo è solo l'inizio del giro in bici tra il verde e le discariche del Parco Agricolo Sud Milano.
La storia non cambia se il nostro ciclista sceglie un percorso diverso passando ad esempio per via Manduria. Anche qui, ad intervalli regolari, può "ammirare" sui bordi della stretta carreggiata cumuli di rifiuti: barattoli, lavatrici, pezzi di motorini arrugginiti e molto altro ancora. Ed anche in questo caso la beffa delle discariche in corrispondenza dei cartelli che indicano a chiare lettere il "Divieto di scarico". Viene da chiedersi a cosa servano questi sparuti cartelli e le multe milionarie in essi minacciate se non c'è nessuno che controlla e sanziona?
Come mai l'Amsa, il Comune di Milano e la Regione Lombardia permettono il protrarsi di un simile degrado di un prezioso polmone verde di Milano e dei comuni dell'hinterland? Non si può continuare con "interventi straordinari di bonifica" circa ogni due o tre mesi - quando va bene - che non risolvono nulla perché già dopo due o tre giorni è già tutto come prima. È necessario un maggior controllo e una cura costante di tali aree. Perché ciò avvenga non bisogna per forza aspettare che la Comunità Europea torni a minacciare multe salate; un amministratore serio si muove prima, guidato da senso civico e da profondo rispetto per la natura. Purtroppo non ci sembra che queste qualità facciano parte del DNA di chi ha governato negli ultimi anni Milano e la Regione Lombardia. Saremo felici se in futuro saremo smentiti dai fatti, ma nutriamo seri dubbi in proposito.
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