La Conca - Anno VIII  N° 4 - Maggio 2000

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STADERA: LE BARRIERE ARCHITETTONICHE DELL'ALER

Al quartiere Stadera negli stabili ristrutturati di via Neera 11 sono presenti delle barriere architettoniche che rendono prigioniere in casa loro le persone disabili. Non è un caso isolato: 134 domande per l’abbattimento di barriere architettoniche attendono da anni delle risposte.

di LUCA GANDOLFI - luca.gandolfi@iol.it

Grazie alla segnalazione di alcuni cittadini che abitano nel Quartiere Stadera siamo venuti a conoscenza del caso di due persone con problemi motori e costrette su una carrozzella che, per colpa di uno scalino nel posto sbagliato, sono prigioniere in casa loro. In realtà allo Stadera di situazioni simili a questa ce ne sono sicuramente di più di due, ma la cosa sconcertante è che il caso in questione non riguarda uno degli stabili degradati che attendono l’inizio dei lavori del P.R.U. (Programma di Recupero Urbano), bensì quelli già ristrutturati situati in via Neera 11.

Ricordiamo, inoltre, che ad aggravare la situazione e a rendere difficile la vita ai disabili come pure agli anziani che abitano allo Stadera c’è anche il problema degli ascensori che non funzionano: in alcuni casi fermi per il mancato collaudo; in altri per mancanza di manutenzione.

A questo punto sorgono spontanee alcune domande.

Come mai nei lavori fatti pochi anni fa non sono state eliminate tutte le barriere architettoniche?

Perché gli ascensori non funzionano?

Quando si ha intenzione di intervenire per eliminare ogni genere di barriera architettonica?

I DS di Zona 5 hanno posto queste ed altre domande in una Interrogazione (Protocollo di Zona 5 N° 1346/2000) rivolta all’Assessore E.R.P. (Edilizia Residenziale Pubblica) Riccardo DE CORATO e di cui è stata fornita una copia anche all’ALER.

Questa volta la risposta di DE CORATO non si è fatta attendere: "la competenza in ordine agli argomenti suesposti è direttamente dell’ALER in quanto proprietaria del quartiere in argomento."

Insomma, DE CORATO se ne lava subito le mani e scarica tutto sull’ALER.

Dal canto suo l’ALER non ha fatto sapere ancora niente e certo ha delle grosse responsabilità per la presenza di questa barriera architettonica "dimenticata" durante i lavori di ristrutturazione degli stabili di via Neera 11. L'ALER non ha fatto nulla. Le ripetute segnalazioni dei cittadini sono rimaste lettera morta, nonostante l’intervento in questione non abbia dei costi proibitivi, trattandosi di un solo piccolo scalino (insormontabile per chi è su una carrozzella) presente al cancello di entrata (pedonale e carrabile) di via Neera 11.

Ci domandiamo se si è davvero trattato di una distrazione durante i lavori di ristrutturazione o se non sia invece il segnale di una scarsa sensibilità più generale da parte dell’ALER verso questo tipo di problematiche?

Alcuni dati riguardanti gli stabili ALER a Milano sembrano dare una risposta chiara e inequivocabile a questa domanda: vi sono ben 134 domande per l’abbattimento di barriere architettoniche giacenti presso l’apposito ufficio dell’ALER (di cui 18 per stabili Comunali). Molte di queste domande sono state inoltrate da più di 9 anni ed attendono ancora una risposta concreta. Per alcune il problema è stato "risolto" senza che l’ALER spendesse una lira o muovesse un dito. Come? Grazie al "fattore tempo". Per l’ALER è stato sufficiente aspettare la morte dei richiedenti e il conseguente annullamento della domanda!

L’ALER non è però il solo colpevole, anche la Regione e il Comune hanno la loro parte di responsabilità poiché da diversi anni non erogano più finanziamenti per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Questa situazione è stata denunciata anche durante una conferenza stampa tenutasi il 13/04/2000 a Palazzo Marino in cui erano presenti alcuni esponenti dei Verdi e dei DS della Zona 5, insieme all’ASSOCOND (Associazione Italiana Condomini).

In quell’occasione l’avv. Augusto CIRLA (Presidente dell’Assocond Milano) ha chiarito che "la Legge N° 13/99 prevede che sia l’Ente proprietario a dover provvedere all’eliminazione delle barriere architettoniche, spontaneamente o perché costretto da un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria." Informando poi i presenti di una interessante iniziativa: "l’ASSOCOND ha istituito un particolare servizio di consulenza per simili casi e ha messo a disposizione gratuitamente il proprio Ufficio Legale per promuovere nei confronti dei vari Enti, nel perdurare della loro inerzia, le necessarie vertenze giudiziarie. Tutti coloro che fossero interessati possono segnalare situazioni meritevoli di tutela telefonando (dalle 9.30 alle 12.30) alla sede di Milano dell’Assocond al numero 02-49.85.123."

Speriamo che iniziative come questa servano a far cambiare il tipo di risposta che fino ad ora è giunta da parte di chi ha delle responsabilità (Regione Lombardia, Comune e ALER).

Siamo infatti convinti che sia necessaria una mentalità diversa per risolvere queste problematiche. Ci vuole soprattutto una sensibilità per i problemi umani che fino ad ora non si è vista nella maggioranza che governa Milano e la Lombardia. Attendiamo risposte concrete.

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